D’Uva (Montecitorio): “Studiare è solo per i ricchi. Il PD dia una spiegazione sul ruolo di Crisafulli”. Zafarana (Ars): “Offesa della Regione alle nostre università”
Reazioni congiunte da Camera ed Ars contro il paventato avvio di due nuovi corsi di studio a Enna in “Medicina e Farmacia” e “Professioni Sanitarie”.
“La retta annuale di 9mila euro che gli studenti dovrebbero sostenere per i nuovi corsi, nati ad Enna da una collaborazione tra la Fondazione Proserpina e l’Università Dunarea de Los di Galati in Romania, rappresenta l’ennesimo schiaffo all’uguaglianza ed alla possibilità di tutti di accedere allo studio”.
Commentano così l’operazione i portavoce 5 Stelle in commissione Cultura di Montecitorio.
“Ad Enna – dicono i deputati – stanno succedendo cose sconcertanti. Vengono attivati nuovi corsi privati, con rette altissime, ed al centro di tutto spicca la figura di Vladimiro Crisafulli, coordinatore provinciale del PD, ex senatore nonché amministratore delegato della stessa Fondazione Proserpina, quella che si è attivata per l’accordo con l’Università romena”.
“Tra l’altro – proseguono i deputati della Camera – non sono neanche chiari i criteri con cui verranno selezionati gli studenti – e quel che è certo è che l’unica vera discriminante sarà quella economica: chi non potrà permettersi di pagare la cifra esorbitante di 9 mila euro l’anno, non tenterà neanche i test”.
Il portavoce a Montecitorio Francesco D’Uva annuncia la presentazione di un’interrogazione scritta indirizzata al Miur. “Siamo al paradosso e, ancora una volta, assistiamo all’uccisione dell’uguaglianza, della meritocrazia e semplicemente del buonsenso. Agli studenti facoltosi verrà così dato modo di partecipare non solo ai normali test di medicina per l’accesso alle facoltà italiane, ma anche a questi nuovi corsi. E tutto perché questa piccola percentuale di fortunati ha la possibilità di permettersi economicamente gli studi. E gli altri? Come a dire: se sei ricco puoi studiare, se no lascia stare”.
Dura la reazione anche all’Ars, che arriva per bocca di Valentina Zafarana.
“Queste manovrine dal sapore fortemente elettorale dimostrano la totale assenza di programmazione dell’offerta universitaria sul territorio siciliano e costituiscono un’offesa da parte della Regione alle nostre università, che quest’anno avevano ridotto del 50 per cento il numero dei posti da mettere in palio per le scuole di medicina, e adesso vedono autorizzati invece altri 120 posti solo per studenti ‘paganti’.
Oltre a invocare una verifica immediata da parte del Miur ci chiediamo: a che titolo questi studenti faranno il tirocinio nelle strutture sanitarie della Regione? E, ancora, questo titolo avrà lo stesso valore del nostro? Hanno avuto i pareri dei ministeri?”.