I deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars hanno passato al setaccio le schede di valutazione dei superburocrati, riscontrando che i “bonus” arrivano a tutti, anche per normalissime attività di routine. “Presenteremo un emendamento in finanziaria per congelare questa spesa. Non si possono fare regalie a chi sta più che bene, quando non si riescono a dare risposte a coloro che non riescono a sbarcare il lunario”.
Inviare una mail, usare internet o tenere gli archivi ordinati. C’è anche questo nelle voci che in alcuni casi contribuiscono a far scattare premi in busta per l’esercito dei dirigenti regionali, che alla collettività costano circa dieci milioni di euro l’anno. Benvenuti nel paese di Bengodi, ovvero mamma Regione, che a stento riesce pagare gli stipendi, ed è in procinto di “spegnere la luce” (per usare le parole pronunciate all’Ars dall’assessore all’Economia Baccei), ma che non disdegna di gratificare i suoi figli più cari con allettanti incentivi economici. Nel 2013 e 2014 sono stati stanziati, e in parte liquidati, oltre dieci milioni di euro l’anno per le indennità di risultato, che appesantiscono la già pesante busta paga dei dirigenti con cifre non certo disprezzabili e che in alcuni casi possono arrivare anche a 12 e persino 17 mila euro lordi l’anno (la media è di circa 7 mila euro). Per il 2015 la cifra complessiva dei “bonus” da elargire ai superburocrati è stata leggermente ritoccata al ribasso (solo 587 mila euro in meno), ma probabilmente per effetto di pensionamenti.
Sulla questione premi ha acceso i riflettori il Movimento Cinquestelle all’Ars, che ha chiesto le carte a tutti gli assessorati, per spulciare tra le schede di valutazione dei dirigenti. Alcuni le hanno inviate, altre “hanno spedito la palla in tribuna”, riservandosi di inviare copia della valutazioni, “a conclusione del processo relativo al contratto collettivo regionale di lavoro”.
E’ saltato fuori che attività che dovrebbero essere la normale routine in qualsiasi ufficio, come l’uso della posta elettronica o di internet o la “protocollazione e archiviazione delle pratiche”, costituiscono “tappe” significative della scalata al premio.
“E non mancano – affermano i deputati M5S – le motivazioni generiche o al limite del comprensibile che che a nostro avviso tradiscono solo a volontà di regalare un premio ad ogni costo.
I premi, oltre ad essere consistenti, sono pure per tutti. In attesa che entri in funzione l’Oiv (organismo indipendente di valutazione) la verifica del raggiungimento dell’obiettivo è attualmente demandata ai superiori dei dirigenti “scrutinati”, che finora hanno sempre promosso praticamente in massa. Lo “raccontano” le schede di valutazione, che riportano quasi tutte il massimo dei voti (100) o comunque dentro la fascia utile per consentire ai dirigenti di portare a casa il massimo delle prebende possibili (80 punti su 100).
“Con dirigenti così bravi ed efficienti – afferma il capogruppo Cinquestelle Giorgio Ciaccio – la Regione dovrebbe brillare in tutti i settori, quando invece siamo sull’orlo della bancarotta. E’ ovvio che qualcosa non funziona e che questi premi non sono altro che insopportabili ed inopportune regalie, concesse, tra l’altro, a gente che porta a casa buste paga pesantissime, Si sospendano, come è stato fatto a Bagheria dal nostro sindaco Patrizio Cinque”.
Per stoppare lo scandalo delle indennità di risultato, i deputati del Movimento si sono messi all’opera per presentare un apposito emendamento nella prossima finanziaria che congeli questa voce per cinque anni. “Vediamo – afferma Giancarlo Cancelleri – se all’Ars avranno l’ardire di giudicarlo inammissibile già in commissione, come hanno l’abitudine di fare con gli emendamenti scomodi. E’ già successo, ad esempio, di recente, per il taglio che avevamo proposto per gli stipendi dei deputati, che il presidente pro tempore della commissione Bilancio, Vinciullo, ha giudicato inammissibile per non farlo andare in discussione. Stoppare questo provvedimento non penso sia un’operazione conveniente per i partiti in questo momento. Dovrebbero risponderne a tantissima gente che oggi non sa come arrivare a fine mese e a cui la politica non è in grado di dare risposte per mancanza di risorse”.