Al setaccio l’attività del 2013 delle commissioni consiliari di Palermo: due consiglieri primatisti con un’apparizione di uno e due minuti, rispettivamente in prima e in terza commissione, 21 le presenze da 5 minuti, soprattutto in prima. Verbalizzate sedute da dieci minuti. E gli episodi da censurare potrebbero essere molti di più: alcune commissioni, nonostante ripetuti solleciti, non hanno fornito le carte, un’altra ha subìto un misterioso furto. Il capogruppo cinquestelle Giorgio Ciaccio. “Malcostume inaccettabile ed evidente ostruzionismo. Orlando intervenga”. Trizzino: “Più che commissioni, porti di mare, con andirivieni continuo dei consiglieri”.
Due, cinque, dieci minuti. E perfino anche meno. A un consigliere, se bisogna prestare fede all’orario riportato nel verbale, sarebbe bastato appena un giro della lancetta grande dell’orologio per maturare il diritto di portare a casa un pesante gettone di presenza da 156 euro. Benvenuti alle commissioni-bancomat del Comune di Palermo, che (assieme alle sedute del consiglio comunale) nel 2013 hanno elargito gettoni per 1.773.672 euro. Più che in tutta Italia, visto che il gettone previsto per gli “stakanovisti” della politica cittadina è infatti il più pesante dell’intera penisola: 27 euro più di Roma, 39 più di Milano, una volta e mezzo quello di Genova.
La guerra a gettonopoli del Movimento 5 stelle sbarca nel capoluogo, dopo aver scoperchiato il pentolone del malcostume politico praticamente in mezza Sicilia, da Siracusa ad Agrigento, passando per Acireale e Misterbianco. Anche a Messina, dove è arrivata in questi giorni la Digos, il Movimento stava spulciando i verbali, che ha avuto dopo parecchie resistenze arrivate da palazzo Zanca.
I verbali di Palermo esaminati dal Movimento sono relativi al 2013. Presto saranno passati in rassegna anche quelli del 2014 (questi documenti non sono presenti nel sito del Comune che sta cominciando a pubblicare quelli del 2015).
Non tutte le 7 commissioni permanenti hanno risposto alla richiesta di accesso agli atti fatta dai deputati regionali cinquestelle. La sesta, nonostante reiterate sollecitazioni, non ha ancora provveduto ad inviare i verbali. Parziali quelli della quinta. La quarta, dopo la richiesta della carte del Movimento, invece, è stata vittima di un incredibile furto che ha cancellato la memoria di vent’anni di attività, di cui ora non esiste nessuna traccia. Anacronisticamente scritti a penna, e quasi indecifrabili, quelli delle seconda.
“E’ stata evidente – commenta il capogruppo cinquestelle all’Ars Giorgio Ciaccio – la scarsa disponibilità a collaborare da parte di alcune commissioni. Per le modalità del furto dei ‘ghiottissimi’ documenti della quarta aspettiamo notizie del sindaco Orlando, cui avevamo chiesto l’avvio di una indagine interna. Dubitiamo, comunque che abbia fatto qualcosa”.
PRESENZE LAMPO.
I verbali (moltissimi dei quali non contengono alcun riferimento alle discussioni e si limitano appena a ratificare entrate ed uscite dei consiglieri e il semplice oggetto della seduta), raccontano di un via vai di consiglieri e di presenze lampo, anche di un solo minuto, se si deve prestare fede all’orario indicato nei resoconti con tanto di timbro e firme in calce di segretario, presidente e (in alcuni casi) vice presidente. E’ successo il 10 ottobre del 2013, in prima commissione, nel corso di una seduta lampo (appena 15 minuti) che ha visto un componente arrivare appena un minuto prima del rompete le righe. Di un minuto più lunga la presenza in terza di un consigliere, la cui permanenza alla seduta del 16 dicembre è durata appena due minuti, dalle 10 alle 10,02. E ancora toccata e fuga (5 minuti) dei singoli consiglieri per 20 volte in prima e una in terza. Ventotto le presenze da dieci minuti, 55 quelle da 15. In alcuni casi le sedute lampo hanno riguardato l’intera commissione con sedute di 10, 15, 20 e 30 minuti.
Ma le fulminee presenze singole e le intere sedute lampo potrebbero essere molte di più, considerato che mancano all’appello numerosi verbali e che quelli della quarta, trafugati, rimarranno per sempre un mistero.
IMPORTI MASSIMI QUASI PER TUTTI
Per i gettoni di presenza, il Comune nel 2013 ha sborsato una piccola fortuna: 1.773.672 euro divisi ai 50 inquilini di sala delle Lapidi. La stragrande maggioranza ha portato a casa il massimo possibile (oltre 36 mila euro lordi). Venti ci sono andati molto vicino (compensi tra i 33 e i 35 mila euro). 78.778,80 euro sono stati destinati al presidente del consiglio comunale Salvatore Orlando. Niente per il deputato regionale Roberto Clemente (in quanto pagato dall’Ars) e 9.199 a Giuseppe Milazzo, da aprile 2013 deputato all’Ars e a libro paga a palazzo dei Normanni. In tutti i casi si parla di cifre lorde.
“Il malcostume – commenta Ciaccio – è evidente. E i fatti di qualche giorno fa a Messina lo confermano. Speriamo che gli scandali che il Movimento ha fatto venire fuori un po’ in tutta la Sicilia servano da deterrente per il futuro e che si finisca per considerare le casse comunali come una sorta di bancomat. Le presenze lampo non sono un reato, di certo, però, sono un comportamento da condannare. Presenze da 10, 20 minuti non servono certo a Palermo, sicuramente servono ai consiglieri. Orlando intervenga, anticipi l’entrata in vigore della legge approvata di recente all’Ars, che sarà operativa dalla prossima legislatura, tagliando da subito l’importo del gettone di presenza. Si attivino inoltre le dirette streaming delle commissioni, cosa che noi abbiamo fatto introdurre in alcune commissioni all’Ars”.
“Leggere questi verbali – afferma il presidente cinquestelle della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino – ti fa sembrare di essere al cospetto di porti di mare più che di commissioni consiliari. In alcuni casi si assiste ad un inconcepibile andirivieni di consiglieri: quelli che aprono la seduta spesso non la finiscono e vengono sostituiti da altri che arrivano in seguito. In queste condizioni impostare una seria discussione è letteralmente impossibile. Nella commissione che io presiedo questi fatti non avvengono e di sicuro non permetterei che avvenissero. La sensazione di disinteresse è palpabilissima, anche nella stessa stesura dei verbali, in parecchi dei quali è riportato solo l’oggetto della discussione e il nome dei presenti. Per non parlare di quelli confusionari o imprecisi”.
Alcuni verbali, infatti, raccontano di consiglieri che si allontanano pur non essendo mai arrivati e di consiglieri che prendono la parola pur non essendo presenti in aula. O, infine, di un consigliere che arriva, assume la presidenza e chiude contestualmente (nello stesso minuto) la seduta (16 aprile, settima commissione).
“In questo caso – commenta Ciaccio – o è stato compilato in maniera sciatta un documento ufficiale, cui si dovrebbe prestare molta attenzione, o ci troviamo davanti ad una presenza di meno di un minuto. E sarebbe un primato da guinness”.
2 commenti
Queste ultime, per nulla sorprendenti, notizie relative all’attività consiliare presso il Comune di Palermo, dopo una lunga serie di altre notizie simili riguardanti diversi altri Comuni siciliani, devono indurci a riflettere sull’utilità dell’organo consiliare e sull’opportunità di prevederne, già nel programma del Movimento per le prossime elezioni politiche, l’abrogazione, quanto meno nei Comuni fino a centomila abitanti, rafforzando, di contro, gli strumenti di partecipazione e democrazia diretta.
giustiziaaaaaaaaaaaaaa che sia fattaaaaaa