“Basta all’eterno ricatto di Sicilia e- servizi, che tiene in scacco la Regione, e di conseguenza i siciliani, minacciando di paralizzare importantissimi servizi ogni qual volta avanza una richiesta. Ora è il turno dell’ex socio privato della partecipata. Ma la sostanza è la stessa, non possiamo mettere una Regione in mano ai capricci di qualcuno. Ci rivolgeremo alla magistratura”
I gruppo parlamentare del M5S all’Ars non ha mandato giù l’ennesimo stop che arriva da Sicilia e-servizi e prepara un dossier da inviare alla Procura della Repubblica
“Da anni – dice il capogruppo Giorgio Ciaccio. Il M5S denuncia il ricatto che Sicilia e-servizi mette in campo per ottenere ciò che vuole. Un ricatto concordato con la politica. Per questo motivo non si vuole internalizzare il servizio, nonostante una legge che prevedeva la centralizzazione dell’unità informatica. Vogliamo chiarezza su tutte le manovre che hanno condotto a riportare per due volte la partecipata in bonis, dopo che invece era stata inserita tra quelle da dismettere”.
“Vogliamo capire – continua Ciaccio – perché non si dà attuazione all’agenda digitale per i sistemi di gestione del personale, per le buste paghe o per il centro unico di prenotazione. Perché il centro di elaborazioni dati è stato trasferito in una struttura privata e non in un bene inalienabile della Regione. Oggi il potere è nella gestione del flusso informatico e forse per questo nessuno vuole cederlo al pubblico. Mamma Regione paga, il privato controlla, gestisce e ricatta”.