Il gruppo parlamentare all’Ars boccia senza mezzi termini l’ordinanza governativa. Palmeri: “E’ dal 1997 che si impedisce alla Sicilia di passare dal modello discarica alla valorizzazione dei rifiuti”. Trizzino: “Nulla è cambiato dai tempi di Cuffaro e Lombardo. Siamo sempre in emergenza”
“L’ordinanza del governo? Ci sono obiettivi irraggiungibili per l’esecutivo-Titanic che ci ritroviamo. La verità è che si vuole creare il caos per accelerare su scelte criminali come gli inceneritori”.
Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars boccia senza attenuanti l’ordinanza tirata fuori dal cilindro del governo, che rischia di creare il caos nella già caotica situazione dei rifiuti e intanto ripesca i soliti, immancabili, commissari.
“Si procede – afferma Valentina Palmeri – col modello commissari per la gestione delle Srr regionali. Il rischio concreto è che le poche discariche attive per ricevere i rifiuti vengano chiuse e inizi l’esportazione in altre regioni o all’estero, sul modello Napoli. Ridurre le Srr da 18 a 5 e modificare la legge regionale 9 del 2010 non sono obiettivi che questo scalcinato esecutivo può raggiungere. E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un subdolo disegno politico per aggravare ulteriormente la precaria gestione dei rifiuti al fine di accelerare l’autorizzazione ad incenerire”.
“Un anno fa – continua la deputata – la Contrafatto e Crocetta lanciarono lo stesso allarme sostenendo che bisognava portare i rifiuti fuori, l’obiettivo vero era quelli di ottenere il commissariamento. È passato un anno e l’allarme si è dimostrato falso. Allora la Sicilia disponeva di capacità di abbancamento per 2 anni circa. C’era tutto il tempo per dispiegare una strategia efficace. Oggi, dopo un anno passato inutilmente, nulla è cambiato. Se il governo continuerà solamente a chiedere la proclamazione dell’emergenza, senza fare nulla tra un anno l’emergenza finirà con l’essere reale. In sostanza la raccolta differenziata decresce, le discariche aumentano, il governo vuole poteri speciali per poter operare extra-ordinem, mettendo in campo gli inceneritori, che in condizione di pianificazione e legislazione ordinario non si potrebbero realizzare. Dall’approvazione della legge Ronchi del 1997 che introduceva la differenziata come modalità di raccolta e di gestione, in Sicilia un comitato d’affari, impedisce che si passi dal modello discarica/inceneritore alla riduzione e alla valorizzazione dei rifiuti”.
Dall’assessore, la deputata vorrebbe sapere che fine faranno tutti quei comuni che stanno completando l’iter delle gare o hanno già provveduto agli affidamenti provvisori, se conosce la situazione degli impianti privati che non sono competitivi rispetto ai prezzi delle discariche, cosa prevede in concreto per abbassare i prezzi di conferimento che appaiono troppo elevati per avviare la raccolta differenziata, e, inoltre, dove sono finiti i 200 milioni di euro dell’ OPCM 3887/2010, assegnati per la Regione Siciliana per gli impianti di compostaggio in Sicilia. Alla Contrafatto, la Palmeri chiede pure cosa ha da dire relativamente ai templi biblici dell’Urega (ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici) per le gare dei vari piani degli ambiti di raccolta ottimale (Aro) dei comuni.
Molto critico sull’ordinanza anche il deputato Giampiero Trizzino: “Lo avevamo già capito da tempo – afferma – che il governo Crocetta non avrebbe portato alcuna vera rivoluzione soprattutto in quei settori dove la Sicilia, davvero, sente il bisogno di voltare pagina. Mi chiedo cosa sia cambiato rispetto alle amministrazioni Cuffaro e Lombardo se in emergenza eravamo allora e in emergenza siamo oggi. Crocetta ha avuto tre anni per depositare il nuovo piano regionale dei rifiuti ed invece ancora una volta (per l’ennesima volta) i siciliani ricevono un’ordinanza emergenziale che manterrà il sistema in uno stato di caos che ormai ha assunto caratteri endemici”.