Il M5S all’Ars interviene con determinazione contro le bollette pazze Tari 2014 che nei mesi scorsi sono arrivate a casa dei cittadini di Pozzallo, nel ragusano. Costi spropositati, sia per le utenze non domestiche (tra i 500 e le 2200 euro per famiglia) sia per le attività commerciali (con importi dai 2200 a 18mila euro per esercente). Una situazione paradossale, anche confrontando gli importi con quelli delle città limitrofe con quasi lo stesso numero di abitanti ma estensione cinque volte superiore a Pozzallo.
I deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars Vanessa Ferreri e Giancarlo Cancelleri hanno denunciato la vicenda all’Anac, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. Secondo i parlamentari Cinquestelle tale situazione è da imputare ad alcune anomalie riguardanti sia vizi nelle disposizioni del capitolato speciale d’appalto e nel contratto di servizio stipulato con la ditta aggiudicataria, la Dusty s.r.l. di Catania, ma anche all’illegittimità delle proroghe del contratto stesso e ad alcune arbitrarie scelte operate dal Comune di Pozzallo, tutte anomalie suscettibili di aver creato un ingente danno erariale nonché probabili profili di responsabilità penale.
“Dalla totale mancanza di collaborazione del Comune di Pozzallo alle nostre legittime istanze d’accesso – affermano i deputati Cinquestelle – abbiamo la ragionevole certezza di presumere che il Comune abbia inspiegabilmente esentato dal pagamento della Tari 2014 alcune tipologie di immobili, tra cui il Centro di Primo Soccorso e Accoglienza e tutti gli edifici adibiti a caserme o simili, una scelta contra legem e che vede il costo per lo smaltimento dei rifiuti prodotti da queste utenze gravare sulle tasche dei cittadini pozzallesi. Ci auguriamo che le autorità preposte, fatti i dovuti accertamenti, intervengano con fermezza per reprimere gli abusi compiuti, anche sospendendo le bollette e le cartelle di pagamento, almeno in attesa di un definitivo chiarimento sulla loro legittimità o meno. I cittadini pozzallesi vengono infatti costretti, al momento, a subire una tassazione iniqua, sproporzionata, e che non tiene conto della loro effettiva capacità contributiva”.