Centinaia di progetti relativi al bando sono fermi nei cassetti della Regione dall’ottobre del 2014. Zito: “Inammissibile, in un momento di crisi occupazionale come questo avremmo potuto dare concrete risposte ai giovani”. Presentate una interrogazione ed una mozione per sbloccare la situazione.
Centinaia di progetti fermi da oltre 18 mesi nei cassetti della Regione, in attesa di una valutazione che sembra non arrivare mai. Il M5S all’Ars prova tirare fuori dalle secche il bando per il “Lavoro in proprio”, del quale non si hanno più notizie dal 7 agosto del 2014 (giorno fissato per la scadenza delle istanze). Lo fa con una interrogazione e una mozione (primo firmatario di entrambi gli atti è Stefano Zito) che mirano a chiedere notizie di questo silenzio, a rimuovere i responsabili del colpevole ritardo e a mettere in campo tutte le iniziative per accelerare la valutazione dei progetti al fine di emanare la graduatoria definitiva entro il mese di marzo.
“In un momento di crisi come questo, in cui le opportunità di lavoro sono praticamente inesistenti – afferma Stefano Zito – è inammissibile un ritardo di questa portata, che di fatto impedisce a tantissimi giovani di crearsi un’occasione lavorativa seria e duratura. Tale ritardo non solo mortifica le speranze dei giovani siciliani, ma reca pure un danno all’immagine alla Regione e rischia pure di far perdere i finanziamenti previsti”.
Il bando “Lavoro in proprio” è orientato a favorire l’occupazione di giovani siciliani tra i 18 e i 35 anni, tramite lo sviluppo di imprese innovative sul piano tecnologico. I contributi (che non possono superare il 90 per cento dei costi, con un tetto massimo di 50 mila euro) riguardano agevolazioni per il potenziamento tramite beni materiali/immateriali e per le spese di gestione.
Le risorse assegnate sono 1.100.000 euro di cui 800 mila stanziate sul fondo nazionale per le politiche giovanili e 300 mila euro a valere sulle risorse regionali.
“Spesso – afferma Zito – le politiche del lavoro vengono bloccate dalla mancanza di risorse. E’ pertanto inconcepibile che quando i fondi ci sono non si debba fare il possibile e l’impossibile perché i porgetti vadano in porto”.
“Sono mesi – afferma la deputata Gianina Ciancio – che sollecitiamo gli uffici a dare risposte. Questo modo di operare, che ormai rappresenta la regola per questo governo, oltre a determinare un’importante perdita di opportunità, non fa altro che allontanare i giovani dalla cosa pubblica, ritenuta, a ragione, lenta e inefficiente. Veder passare mesi e mesi per sapere l’esito di un semplice domanda è intollerabile e avvilente. L’assessorato si sbrighi e ponga fine a questa attesa”.