Magazzini e appartamenti di proprietà del Comune di Palermo sarebbero in uso a gente senza alcun titolo. I parlamentari 5stelle “Occorrono controlli e interventi immediati in questa zona del centro storico che rischia di diventare terra di nessuno”
Appartamenti e magazzini comunali occupati abusivamente, mobili piazzati sui marciapiedi, immondizia e grande degrado. Il quadrilatero compreso tra le via Papireto, piazza d’Ossuna e le vie Cappuccinelle e Filippone a Palermo è nel più totale stato di abbandono. Per questo il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars ha inviato una lettera al sindaco Orlando e all’ufficio valorizzazione delle risorse patrimoniali per chiedere all’amministrazione comunale costanti controlli e una serie di interventi che riportino la legalità e il decoro in questa zona del centro storico “che rischia di diventare terra di nessuno”.
“Ci è stato più volte segnalato – scrivono i deputati nella lettera – che lungo il cortile Papireto ci sono diversi immobili di proprietà comunale e dell’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini che, oltre ad essere occupati illegalmente, si affacciano su strade spesso piene di rifiuti di ogni genere e sorta. Siamo venuti inoltre a conoscenza del fatto che, sebbene nel lontano 2003 il Comune di Palermo e l’IACP abbiano provveduto al restauro di alcuni magazzini di vicolo della Pila e di via Filippone, alcuni immobili risulterebbero ancora illegittimamente usati come depositi, altri abusivamente occupati da mogli e figli di detenuti. Abbiamo appreso che, nel tempo, gli appartamenti vuoti presenti lungo le vie Papireto e Filippone, sono stati occupati e trasformati in negozi abusivi e magazzini dove gli occupanti svolgono, senza alcuna autorizzazione, la loro attività commerciale abusiva alla luce del sole”.
Al Comune, i parlamentari chiedono se sia stato già previsto un intervento di sgombero per tutti quegli edifici pubblici comunali che, come noto a tutti, sono ancora oggi occupati illegalmente e sia già esistente un reale piano di recupero per questa porzione dimenticata del centro storico, anche attraverso specifici piani di dismissione.
“Crediamo fermamente – si legge ancora nella missiva – che tale fenomeno richieda una sollecita verifica, catalogazione e regolamentazione amministrativa da parte del Comune, visto che i beni comunali potrebbero anche essere riconsegnati alla fruizione della collettività. Si tratta di risorse pubbliche che non possono essere sprecate, abbandonate o addirittura lasciate nella disponibilità di coloro che le occupano senza averne alcun titolo”.