Nell’Ennese debiti per oltre 4milioni e mezzo di euro, più di 100 capannoni ancora bloccati tra il Nisseno e il Palermitano e i ceramisti del calatino raggiunti da ingiusti decreti ingiuntivi già passati in esecutivo, il Movimento 5 Stelle promette fari accesi.
Seduta fiume ieri mattina in III commissione all’Ars voluta dai deputati del Movimento 5 Stelle, all’ordine del giorno le criticità storiche riguardanti la situazione debitoria sui terreni espropriati dall’ex Asi di Dittaino che ammonta a 4 milioni e mezzo di euro; gli imprenditori del consorzio Imera e di Termini Imerese che non riescono a riscattare i capannoni nelle aree ormai gestite dall’Irsap; e quindi la questione degli artigiani ceramisti del Calatino, raggiunti da cartelle esattoriali che soffocano le loro attività.
Protagonisti di numerose sedute in commissione, i proprietari dei terreni espropriati più di 40 anni fa e mai pagati dalla ormai ex Asi, nonostante i tribunali si siano già pronunciati in via definitiva dando loro ragione, cercano ancora risposte. “Vite piegate – afferma la deputata Angela Foti – e una vicenda drammatica che non trova soluzione e responsabili”. A loro, l’assessore Lo Bello propone di attendere la vendita dei capannoni ma considerata l’impressionante crisi immobiliare, soprattutto nell’entroterra siciliano, si prevedono tempi lunghi; altra ipotesi, la compensazione crediti-debiti che prevede la rinuncia del 30% del credito. “L’assessore – continua Foti –non tiene conto che queste quindici famiglie hanno già rinunciato al 50% delle somme, passando da crediti per 9 milioni di euro a 4 milioni e mezzo. Chiedere loro un’ulteriore decurtazione del 30% risulta strada poco percorribile”.
Qualche risposta concreta, invece, arriva in soccorso degli imprenditori del consorzio Imera e di Termini Imerese. Incalzata dalle richieste del Movimento 5 Stelle all’Ars, infatti, l’assessore Lo Bello ha assunto l’impegno di dar mandato ai commissari ad acta, entro 15 giorni, di procedere allo scomputo dei capannoni senza tenere conto del parere legale dietro cui l’ex commissario Cicero aveva negato il riscatto dei fabbricati. Si tratta di oltre 100 i capannoni bloccati nelle aree industriali di Palermo, Termini Imerese, Carini e Caltanissetta, altrettante le piccole e medie imprese che attendono il riscatto degli stessi immobili. “Capitalizzare i capannoni – continua Foti – sarà per gli imprenditori una boccata di ossigeno e permetterà loro di assumere maggiore credibilità di fronte alle banche per ottenere del credito”.
Dalla sua, il portavoce Cinquestelle Francesco Cappello si ritiene soddisfatto nell’aver ottenuto la nascita di un tavolo risolutivo che a partire da giorno 7 dicembre discuterà la situazione debitoria dei ceramisti calatini affinché vengano bloccati i decreti ingiuntivi già passati in esecutivo.
Rimane irrisolta e gravissima, dunque, la situazione dei proprietari dei terreni espropriati nell’ex Asi di Dittaino, il Movimento 5 Stelle assicura fari accesi. “Sono passati più di 40 anni nel silenzio assoluto, – conclude Foti – adesso i costi per le mancate azioni di responsabilità nei confronti degli allora amministratori delle ex Asi, tra questi un deputato che oggi siede in sala d’Ercole, sono lievitati enormemente e il conto è salatissimo; gli stessi ex amministratori che hanno fatto perdere le tracce degli introiti provenienti dalla vendita dei terreni”. Dal Movimento all’Ars non si esclude di proporre una soluzione di riconoscimento di un debito fuori bilancio che renda giustizia, una volta per tutte, ai proprietari dell’Ennese.