“Uno strato di pittura qualunque apposto sulla facciata di una chiesa del 1600”, succede a Mascalucia, nella chiesa storica del SS. Crocifisso, e la denuncia parte dalla consigliera comunale Agata Montesanto e dalla deputata all’Ars Angela Foti, del Movimento 5 Stelle.
“Purtroppo, – spiega Montesanto – da molti anni, la facciata dell’edificio religioso viene puntualmente vandalizzata da balordi di turno, con scritte e disegni di varia natura. Ciò avviene nella totale indifferenza di chi dovrebbe essere responsabile dell’immobile, sebbene l’edificio abbia una valenza storico-culturale tale che la sua incuria rappresenta uno scandalo e un insulto per tutta la cittadinanza”.
Secondo quanto raccontato da alcuni cittadini del comune nel Catanese, lo scorso 12 aprile, all’approssimarsi della processione religiosa della Santa Pasqua, il prospetto del XVII secolo veniva deturpato da uno strato di idropittura color ocra, posto presumibilmente al fine di coprire le scritte precedenti. La consigliera 5Stelle, accorsa a controllare, scopriva che anche le colonne di pietra lavica levigata della facciata principale erano state ricoperte da uno strato di vernice spray di colore nero. I cittadini hanno poi raccontato che il soggetto che aveva eseguito “i lavori” aveva dichiarato di essere un operaio inviato “dal Comune di Mascalucia”.
“Se fosse confermato, – interviene la parlamentare a Palazzo dei Normanni Angela Foti – vorremmo capire come sia possibile che l’amministrazione comunale, in spregio a tutte le leggi, autorizzazioni e vincoli, possa aver dato il via ad un intervento così invasivo sull’edificio del 1600”. La deputata ha inviato una nota di denuncia all’assessore ai Beni Culturali, all’arcidiocesi di Catania, al Prefetto, al soprintendente dei Beni culturali di Catania, e alla Procura della Repubblica di Catania, nonché al sindaco del Comune di Mascalucia. “Verificare chi abbia provveduto ad effettuare gli interventi sul prospetto della Chiesa, – chiede Foti – e se tali lavori siano stati eseguiti nel rispetto della legge, delle prescritte autorizzazioni, dei vincoli paesaggistici; valutare, quindi, l’invasività dell’intervento, soprattutto tenuto conto del valore storico-culturale dell’immobile”.