La capogruppo M5S all’Ars Valentina Zafarana risponde punto su punto alle dichiarazioni rese dal deputato Cateno De Luca
Il buon Cateno De Luca prova a metterla sul “tecnico”, non rendendosi conto, però, di aver prodotto un documento pieno di inesattezze, omissioni, mistificazioni. Andiamo ad analizzarle una per una:
“Dei fondi POC che ammontano ad oltre 1,6 miliardi di euro non risulta allo stato attuale nemmeno un euro impegnato;”
Quante certezze. Peccato che, non solo questa affermazione non basta a “giustificare” un tentativo di riprogrammazione, ma evidenzia un’attività politica superficiale e priva di una visione d’insieme degli interventi per risollevare la Sicilia tutta, Messina compresa.
“I fondi POC già interamente programmati possono essere riprogrammati in base alle normali procedure concertative con il CIPE come sempre avvenuto”
Il deputato De Luca sembra non conoscere il significato della parola “programmazione”. Secondo la sua tesi, infatti, ogni anno, o anche più volte l’anno, ogni deputato, ogni assessore, potrebbe attuare, attraverso propri emendamenti, una riprogrammazione di fondi già programmati. Purtroppo non è così. Altrimenti perché fermarci a 150 milioni? Abbiamo 1 miliardo e 600 milioni. E li avremo per chissà quanto tempo. Poco importa se tutte le opere finanziate devono essere completate entro il 2023! Riprogrammiamo quando ci pare. “Venghino siori venghino, ce n’è per tutti!”
“La legge di stabilità ha previsto la riprogrammazione dei fondi POC”
No. Per l’esattezza la legge prevede che il Governo provveda, entro 90 giorni, “nel rispetto delle vigenti procedure, ad avviare, ove necessario, la modifica dei programmi operativi di attuazione della spesa”.
Cosa ben diversa dalla sua affermazione:“Ho portato 150 milioni a Messina”, come se fosse già cosa fatta.
Peccato che la riprogrammazione non sia un passaggio automatico nè indolore: le somme si devono liberare e quindi essere svincolate da Impegni Giuridicamente Vincolanti e tutta l’attuazione del Programma debba attenersi ai regolamenti della programmazione comunitaria.
“Nell’asse 2 del POC “Riduzione e gestione dei rischi ambientali” rientra la risoluzione della bonifica dell’ex area Sanderson di Pistunina”
Davvero? Di seguito le aree tematiche dell’asse 2 del POC “Riduzione e gestione dei rischi ambientali”:
2.1 – Interventi per la riduzione del rischio idrogeologico;
2.2 – Interventi di messa in sicurezza e per l’aumento della resilienza dei territori colpiti o a rischio di interventi calamitosi;
2.3 – Potenziamento della dotazione strumentale dei servizi di protezione civile;
2.4 – Presidi di prevenzione del rischio con finalità di protezione civile (vie di fuga);
2.5 – Interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico.
Come facilmente verificabile da chiunque, da nessuna parte sono scritte le parole “Bonifica” né la parola “Valorizzazione”. Di che sta parlando, dunque, De Luca?
N.B.
Magari De Luca dirà :e vabbè, li prenderemo da un altro asse e li metteremo lì (smentendosi dunque). Ma sarebbe strano, perché a pagina 5 del suo pomposo comunicato cita una delibera CIPE, correttamente. Peccato che dimentichi di citarne alcuni passaggi. Tra i quali, questo:
“Considerato che nel piano finanziario illustrato nella nota informativa allegata alla proposta sono compresi anche Assi/azioni attualmente non valorizzati in quanto gli stessi potrebbero essere implementati nell’eventualita’ futura di dover procedere a rimodulazioni finanziarie tra gli Assi del programma;”
È chiaro quello che vuol dire? Vuol dire che se si vogliono spostare soldi da un Asse all’altro del POC, bisogna dare priorità agli assi “attualmente non valorizzati”, cioè con risorse pari a 0. Ed in questo momento gli assi pari a 0 sono:
Asse 4 – Miglioramento del servizio di gestione integrata dei rifiuti (OT 6);
Asse 7 – rafforzamento delle strutture per il settore sociale e sanitario (OT 9);
Anche qui, di bonifiche, nessuna traccia.
“Nell’asse 3 del POC rientra la soluzione dell’emergenza idrica di Messina”
Qui viene raggiunto, probabilmente, l’apice. Infatti, il deputato De Luca, smentisce quanto da lui scritto in questo paragrafo di pagina 2 con un altro paragrafo, esattamente a pagina 4. Ma andiamo con ordine: queste sono le risorse previste sull’Asse 3 citato da De Luca:
3.1 – Interventi per il miglioramento del servizio idrico integrato anche per uso irriguo – 0,00 €
3.2 – “Miglioramento del servizio idrico integrato per usi civili e riduzione delle perdite di reti di acquedotto” (Depurazione delle acque reflue)(Delibera CIPE n. 94/2015 – € 334.619.000,00
Mentre questo è quanto scrive nel suo documento a pagina 4:
“Le uniche risorse, facente (sic!) parte del POC, che prevedono un’attuazione mediante accordo di programma sono quelle da impegnare per le finalità dell’ Accordo di programma Quadro di cui alla Delibera CIPE 60/2012, per un importo pari a 334,619 milioni […] non sono oggetto della programmazione prevista”
Anche in questo caso è facile notare come gli unici fondi presenti sull’asse sono quelli che, dovendo finanziare l’accordo di programma sui depuratori, “non sono ovviamente oggetto della riprogrammazione prevista”. Dunque, ancora una volta, dove sono i soldi sull’asse 3? De Luca probabilmente (siamo magnanimi, vogliamo suggerirgli anche la risposta) vorrebbe prendere soldi da un altro asse e spostarli su questo, ma per finanziare cosa? L’asse 3.1? Le acque per uso irriguo?
“Nell’asse 10 del POC rientra la risoluzione del risanamento e della realizzazione degli alloggi in sostituzione delle baracche”
Ancora una volta, riportiamo di seguito l’asse 10 del POC citato da De Luca:
Analizziamo bene questo asse: abbiamo 115 milioni destinati ai Comuni (TUTTI) per investimenti, altri 30 milioni ai liberi consorzi (TUTTI) (per chi non lo sapesse, sono le ex-province, quelle che sono alla canna del gas), 15 milioni per “interventi a sostegno degli investimenti dei Comuni per il potenziamento del patrimonio storico, paesaggistico, ambientale e dei beni culturali e la valorizzazione turistica dei centri urbani”, per finire con 10 milioni destinati agli enti locali (TUTTI) come fondo di progettazione.
Su quest’ultima somma mi voglio soffermare: nella prima apertura del fondo, dal 12 al 16 Marzo 2018, sono pervenute richieste da 158 Comuni per circa 15 milioni di Euro. Che facciamo, diciamo loro che abbiamo scherzato perché dobbiamo riprogrammare le somme per finanziare gli interventi di De Luca?
Per quanto riguarda i “40 milioni di euro di bilancio residui della legge 10/1990”, il fatto che “Cateno De Luca ha evitato che venissero cancellati” è tutto da dimostrare. Ci piacerebbe sapere l’opinione dell’assessore Falcone in merito.
Negli elementi di ordine tecnico e giuridico non fa altro che ribadire come le somme si possano riprogrammare in ogni momento, quindi vale la risposta alla prima affermazione fatta in questo senso.
“Parte delle risorse sono state programmate proprio con legge di stabilità regionale 2016, la legge 3/2016, motivo per il quale appare chiaro come le stesse possano essere riprogrammate”
Tutto vero, verissimo. È giusto però riportare ciò che è stato finanziato con la L.R. 3/2016:
Anche qui balza subito all’occhio un aspetto: non c’è nessun riferimento ad una città o ad un territorio singolo. Cosa vuol dire? Vuol dire proprio che se si vuol riprogrammare qualcosa in finanziaria, non si può certo farlo assegnando somme random a Messina, ad Agrigento, a Canicattì, ma bisogna assegnare risorse a specifiche tematiche, non a città. Ed è esattamente il motivo per il quale abbiamo presentato l’emendamento per allargare la possibilità di utilizzo dei 20 milioni di euro per l’emergenza idrica. Perché, se nella migliore delle ipotesi si riuscisse ad ottenere un euro in riprogrammazione, non potrà di certo essere assegnato “per risolvere la crisi idrica di Messina”, né per “bonificare l’area Ex-Sanderson”, tantomeno per finanziare la L.R. 10/1990, legge speciale sul risanamento di Messina. A meno di non passare per uno specifico Accordo di Programma tra Governo Regionale e CIPE, cosa che trasformerebbe la procedura da “farraginosa” a “percorso di guerra”. Se invece la riprogrammazione di quell’euro fosse stata rivolta alla tematica, e non alla città, ci sarebbe stata una pur minima speranza di trasformare in concreto ciò in questo momento non è altro che becera campagna elettorale da parte del caro De Luca.
Possiamo dunque riprogrammare come e quando vogliamo senza vincoli e regole? Non abbiamo un tempo massimo per spenderli? Davvero qualsiasi onorevole si può alzare proporre e riprogrammare? I fondi vanno solo programmati o anche spesi?
E poi, la domanda sorge spontanea, dal 2015 ad oggi la Regione Siciliana e il Dipartimento per la Coesione Territoriale cosa avrebbero fatto? Solo programmazione che potrebbe pertanto essere facilmente riprogrammata?
Lavoro inutile, bastava un emendamento di Cateno De Luca!
In fondo sappiamo tutti, per primo lui, che quando questi soldi per Messina resteranno un mero miraggio, chissà dove sarà, e in ogni caso sarà certamente colpa di qualcun altro, dei poteri forti, dell’Europa, di chissà chi.
Ma noi vogliamo dirglielo ora, e chiaramente: la pianti di prendere in giro i messinesi.