“Troppe zone d’ombra sul vice presidente della Regione Armao, Musumeci alla ripresa dei lavori solleciti un dibatto parlamentare su di lui, visto che l’interessato ha ripetutamente ignorato le nostre richieste di venire a riferire in aula”.
Il gruppo parlamentare del M5S all’Ars chiede l’intervento del presidente della Regione, Musumeci, per “fare chiarezza una volta per tutte sulle numerose e più che imbarazzanti zone d’ombra che circondano l’assessore all’Economia, nonché vice presidente della Regione, Gaetano Armao”.
“Non basta – afferma il deputato 5stelle e vicepresidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri – rimettere in sordina la delega su Riscossione Sicilia per togliersi dall’enorme imbarazzo di indossare gli incompatibili panni di controllato e controllore della partecipata. Armao, per il ruolo che riveste, deve ai siciliani ampi chiarimenti, non solo sul pignoramento avviato da Riscossione Sicilia, di cui apprendiamo dal Giornale di Sicilia, ma anche sul quello già in atto sul suo stipendio, avviato dalla sua compagna, magistrato, e per il quale l’ex moglie, secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbe presentato un esposto al Csm. L’ex consorte dell’assessore, infatti, avrebbe ravvisato nel pignoramento avviato dalla compagna di Armao un tentativo di mettere al sicuro i soldi del compagno per evitare il pignoramento deciso dal giudice per il mancato versamento dell’assegno di mantenimento all’ex famiglia”.
Su questa vicenda – continua Cancelleri- vorremmo avere più elementi per capire. Non sarebbe bello, infatti, che dietro al pignoramento avviato dalla compagna ci fosse stata veramente solo una manovra per blindare il patrimonio di Armao. Anche per questo un dibattito in aula è, a nostro avviso, doveroso”
Non solo. Da Armao, i deputati 5 stelle vorrebbero chiarimenti anche su presunte incompatibilità del suo ufficio legale riguardo a procedimenti legali avviati da lui contro la Regione. “Ci faccia un resoconto – afferma il deputato Sergio Tancredi – nella speranza che non ci dica di avere passato le pratiche a qualche avvocato del suo studio associato. Non sarebbe certo la migliore delle soluzioni possibili, né la più etica. In questo momento la Sicilia ha bisogno di chiarezza, l’assessore deve spiegazioni prima che a noi, ai siciliani”.