Lo strumento è stato annullato dal Tar, ma resta vigente. Concessi sei mesi di tempo per adottarne uno nuovo. I deputati regionali De Luca e Zafarana annunciano una mozione: “Non si devono cambiare i vincoli esistenti”.
I deputati regionali Antonio De Luca e Valentina Zafarana (M5S) intervengono a proposito del Piano paesaggistico dell’Ambito 9, che interessa 68 comuni nel Messinese e che è stato annullato dal Tar a causa di un vizio del procedimento di adozione.
“Il Tar – spiega De Luca – ha ‘annullato’ il Piano perché la versione adottata nel 2009 ed approvata definitivamente nel 2017, è stata varata con decreto a firma del dirigente generale e non dell’assessore. Tuttavia, i giudici amministrativi hanno lasciato il Piano pienamente vigente, concedendo 180 giorni alla Regione per ripresentarlo. La Regione quindi può e deve vararne uno nuovo, seguendo la procedura giusta e senza modificare i vincoli esistenti e quindi i livelli di tutela che il Piano prevede per difendere il territorio della Valle del Mela dai vari agenti inquinanti”.
“Presenteremo una mozione all’Ars – annuncia Zafarana – per far sì che la regione intervenga al più presto presentando un nuovo Piano. Sono passati anni tra l’adozione e la definitiva approvazione e abbiamo interessato con forza l’assessore dell’epoca, Vermiglio, perché i cittadini del Messinese avessero questo strumento fondamentale per la difesa del territorio. Perderlo proprio adesso, per un vizio procedurale, significherebbe vanificare tutti gli sforzi fatti per avere delle regole chiare volte alla salvaguardia dell’ambiente e dei cittadini e dover quindi ricominciare tutto da capo. Sarebbe un grave errore, mentre l’attenzione sul tema deve restare altissima”.
“Il presidente Musumeci – concludono De Luca e Zafarana – nomini immediatamente l’assessore ai Beni culturali, che su questo argomento gioca un ruolo fondamentale, e smetta di attendere ancora per problemi di maggioranza o perché ‘distratto’ dalla campagna elettorale. Faccia il suo dovere e nomini un assessore all’altezza, anziché lasciare nella palude un intero versante amministrativo privandolo del necessario riferimento politico”.