I deputati Di Paola e De Luca chiedono chiarezza sull’ennesimo scandalo abbattutosi sulla Regione
“Novantuno milioni di euro gettati dalla finestra per un censimento inutilizzabile non sono bruscolini. La questione non può passare sotto silenzio, si deve andare a fondo, lo dobbiamo alla nostra coscienza e soprattutto ai siciliani”.
Lo affermano i deputati del M5S all’Ars che sull’ennesimo scandalo abbattutosi sulla Regione, pretendono chiarezza da parte delle istituzioni.
“Anche su questa vicenda – afferma il deputato Nuccio Di Paola, che martedì ha sollevato il caso in aula – Musumeci brilla per il suo inqualificabile silenzio. Cosa che è inaccettabile, visto che si parla di una montagna di soldi pubblici spesi per un censimento inutilizzabile a causa dalla mancanza della password di un server. Su questo ennesimo scandalo che rischia di costarci 140 milioni, se si considerano anche eventuali contenziosi, venga a riferire in aula, magari sull’inchiesta interna che avrà sicuramente avviato perché è impensabile che su uno scandalo del genere non abbia mosso un dito”.
Oltre che da Musumeci i deputati chiedono chiarezza anche all’assessore al Bilancio Armao, che nel collegato ha inserito la previsione di un nuovo censimento “sperando, magari – afferma il deputato Antonio De Luca – che la vecchia vicenda scivoli al più presto nel dimenticatoio”.
“Ho chiesto al presidente della commissione Antimafia, Fava – dice De Luca – di convocare Armao in audizione, mi pare il minimo sentirlo. Chiederò a Miccichè che anche questa audizione, come quelle sul caso Arata sia trasmessa in diretta streaming. Sono certo che non farà alcuna obiezione”.