In molti siti siciliani niente climatizzazione: il governo regionale trascura le manutenzioni, così temperature e umidità salgono alle stelle. Sul tema la deputata regionale Schillaci ha chiesto un’audizione in commissione Cultura.
“Chi entrerebbe, con queste temperature, in un museo dove non funziona l’impianto di climatizzazione? Eppure in molti musei siciliani i visitatori sono costretti a sudare in sale che sono come saune, dove temperatura e umidità raggiungono livelli intollerabili”: la denuncia è di Roberta Schillaci, deputata regionale del Movimento 5 Stelle e componente della commissione Cultura all’Ars, che sull’argomento ha chiesto una nuova audizione con i responsabili del governo, dopo quella di un anno fa che, purtroppo, non ha finora prodotto alcun risultato.
“Gli esempi – dice Schillaci – sono decisamente troppi. Al museo di Messina recentemente inaugurato, non funzionano i climatizzatori e i visitatori reclamano, pretendendo in alcuni casi la restituzione del denaro pagato per il biglietto d’ingresso. All’interno delle sale rossa e verde di Palazzo Abatellis, a Palermo, i climatizzatori sono guasti. Nei musei di Caltanissetta e di Gela i climatizzatori sono vecchi e non funzionanti. Al museo Pepoli di Trapani solo una piccola parte dell’intero complesso, esattamente Pinacoteca e Sezione Archeologica, risultano climatizzati, mentre nel rimanente 80% del complesso museale si suda. Anche i musei di Centuripe, Morgantina e Aidone non hanno climatizzazione. Piazza Armerina, invece, ha solo termoconvettori per l’aria calda. All’interno del Baglio Florio, nel Parco di Selinunte, i climatizzatori, invece, sono nuovi di zecca, ma li hanno accesi soltanto per il collaudo; manca infatti un’adeguata cabina elettrica per alimentarli. Ma com’è possibile che ci sia così tanta disattenzione?”, si chiede Schillaci.
“Non parliamo poi degli altri problemi – prosegue la deputata M5S – come le aree archeologiche sporche, che prendono fuoco al primo sole estivo, o le biglietterie dove il personale opera senza videosorveglianza, teleallarme e climatizzazione. O ancora i siti aperti solo per mezza giornata (come Palazzo Abatellis): che grave spreco, visto il flusso di turisti nelle nostre città anche nelle ore serali. Mancati introiti, per insufficienza di personale. Manutenzione quotidiana e innovazione quindi dei nostri preziosi siti archeologici non sembrano essere nell’agenda di questo governo regionale. C’è un disegno complessivo per la valorizzazione di quei gioielli culturali sui quali la Sicilia potrebbe fondare il proprio sviluppo turistico, o si sta solo navigando a vista? L’ho chiesto un anno fa e non è cambiato nulla, adesso porrò nuovamente al presidente Musumeci e al dirigente generale dei Beni culturali queste domande, chiedendo un intervento risolutivo”.
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