“La gestione dei beni confiscati alla criminalità in Sicilia è da rivedere. Subito proposte per migliorare il sistema”. A dichiararlo sono i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars Roberta Schillaci e Antonio De Luca, componenti della Commissione regionale Antimafia che hanno messo nero su bianco nella relazione sui beni sequestrati e confiscati alla criminalità mafiosa in Sicilia appena presentata. La deputata Schillaci propone: “Il potenziamento del personale per la sede siciliana dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ovvero l’ANBSC, verifiche intermedie sull’attività degli amministratori giudiziari, il divieto di cumulo di incarichi riferiti all’intero Tribunale e non più alla sola Sezione Misure di Prevenzione e ancora l’accesso al credito agevolato per le imprese che intraprendono percorsi di legalità e un ottimale riutilizzo dei beni. Per questa ragione abbiamo proposto al Prefetto Bruno Corda, direttore dell’Anbsc, di potenziare la sede siciliana con nuovo personale incrementando il numero e la professionalità. Servono inoltre protocolli con le Regione e gli enti territoriali per contrastare il fenomeno dell’occupazione abusiva degli immobili spesso ad opera della criminalità organizzata, un vero e proprio sistema di valutazione anche con bollino rosso per gli amministratori che sbagliano, commettono reati e si macchiano di comportamenti eticamente riprorevoli e ancora la creazione di una vera e propria ‘Rete della Legalità’ costituita da altre aziende che assicurano rapporti commerciali con le imprese in bonis assicurando loro supporto nella fornitura di servizi essenziali e logistica e un indennizzo per gli imprenditori che al termine della confisca ricevono indietro i propri distrutti dall’incapacità degli amministratori giudiziari. Prossimo step – conclude Schillaci – è un intervento normativo regionale volto al miglioramento del sistema.
“Occorre investire – spiega Antonio De Luca – sulle campagne di sensibilizzazione sulle misure previste dalla normativa nazionale in tema di beni confiscati ed eliminare i requisiti che scoraggiano l’accesso alle agevolazioni finanziarie statali dato che 7,7 milioni di euro riservati alla sola Regione Siciliana sono fermi nelle casse pubbliche. La questione dei beni confiscati dovrebbe essere una assoluta priorità del Governo regionale, soprattutto per quanto riguarda il sostegno agli enti locali assegnatari e la previsione di specifiche misure a tutela delle aziende confiscate. Ad oggi infatti la Regione ha dimostrato di non aver elaborato alcun tipo di strategia, con gravi effetti economici, sociali ed etici. La Regione preveda inoltre contributi economici per togliere gli ostacoli che impediscono il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati e il riconoscimento di premialità ai migliori progetti di riutilizzo dei beni immobili e delle aziende confiscate, in particolare di quelle agricole” – conclude De Luca.