“Il governo Musumeci si accorge di un evento improvviso e inaspettato: ogni anno arriva l’estate, ma scopre anche che d’estate aumenta la temperatura e non piove. E ad Agrigento è sempre emergenza idrica. E la Regione che fa? Nulla. Altro che diventerà Bellissima, questa Sicilia per tanti versi è la succursale del terzo mondo”.
Lo afferma il capogruppo del M5s all’Ars Giovanni Di Caro.
“Musumeci – dice il deputato – non ha mosso un dito per intervenire tramite Siciliacque al fine di miglirare il servizio e diminuire i costi che sono tra i più alti d’Italia. Vorremmo capire perché si è arrivati a giugno con un approvvigionamento del tutto insufficiente e doppiamente grave se si pensa che l’emergenza sanitaria ha delle precise prescrizioni anche igieniche. E non è certo un evento non atteso, visto che l’estate arriva ogni anno. Ci sono turni di distribuzione dell’acqua di poche ore, ogni otto giorni e questo è inaccettabile”.
“Mentre alla Regione si discute di riattivare persino il dissalatore di Porto Empedocle, fermo da anni, per ovviare alle carenze di approvvigionamento – conclude Di Caro -, per alleviare subito i disagi di quasi 100 mila persone basterebbe spendere solo 300 mila euro, bazzecole in relazione al bilancio della Regione, per acquistare una pompa più potente in grado di portare acqua dal lago Castello fino al potabilizzatore di Santo Stefano di Quisquina e da qui compensare il minore approvvigionamento da parte di Siciliacque, l’azienda metà pubblica e metà privata che prende l’acqua e la rivende ai gestori dei servizi idrici a prezzo non esattamente di saldo”.