Dal Soviet-Convention del centrosinistra ragusano, alla presenza di Crocetta, Dipasquale, Cosentini e Lupo, solo nervosismo verso il prossimo tsunami a 5 stelle
Da alcuni articoli pubblicati, sabato scorso, sulla stampa locale, apprendiamo che, durante la convention di apertura della campagna elettorale del candidato sindaco Cosentini, alti esponenti politici della coalizione che lo sostiene si sono lasciati andare ad apprezzamenti sconnessi e fuorvianti sul Movimento 5 Stelle.
Al di la del fatto che chiunque è libero di esprimere le proprie valutazioni e convinzioni, specie poi in un contesto politico, ci preme voler esprimere, anche, le nostre valutazioni e precisazioni che certamente, siamo sicuri, riceveranno sui vostri fogli lo stesso spazio attribuito ai protagonisti della convention.
Nel sentire il segretario regionale del Partito Democratico parlare “dell’irresponsabilità con cui è stato usato a livello nazionale il consenso ottenuto da Grillo che non ha operato scelte per poter rilanciare un programma diverso per l’Italia e soprattutto per il sud” ci viene da chiederci di quale irresponsabilità parli; dell’irresponsabilità di mantenersi coerenti con le proprie impostazioni programmatiche (cosa divenuta davvero rara ed in via d’estinzione nella politica trasformista di questo Paese) o dell’irresponsabilità del suo partito che non ha esitato ad impallinare il suo padre nobile (Prodi), dopo averlo indicato all’unanimità come candidato alla Presidenza della Repubblica, rifiutandosi, successivamente, di votare un uomo della sua sinistra (Rodotà, addirittura primo Presidente del PDS), per assecondare il disegno elaborato da chi, da tempo, aveva deciso di allearsi con il capo della destra, ovvero il nemico numero uno da battere?
Ancor di più, poi, sgomenta l’intervento del deputato regionale, ex sindaco di Ragusa che, riferendosi sempre all’area del Movimento 5 Stelle, afferma “questa è una battaglia vinta, chiudiamola al primo turno”, “a noi non serve nessun grillo parlante” quando invece ne avrebbe proprio bisogno per rammentargli, con la saggezza del “grillo” di collodiana memoria, di non vendere mai la pelle del leone prima di averlo ucciso.