ENERGIA
L’attenzione verso un sistema energetico sostenibile nasce dalla consapevolezza degli effetti devastanti sulla biosfera causati da strategie ancorate prevalentemente allo sfruttamento delle fonti fossili. L’enorme crescita della produzione energetica, totalmente imperniata sullo sfruttamento di carbone e petrolio, ha comportato – insieme ad altri fattori – un aumento significativo della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera.
I paesi del mondo, ormai da diversi anni, sono orientati alla promozione di politiche energetiche che siano in grado di coniugare la diversificazione e la sicurezza degli approvvigionamenti con la tutela dell’ambiente. Sulla scorta di questo duplice obiettivo, l’Unione europea ha dato vita ad una copiosa produzione normativa che oggi rappresenta il punto di partenza delle politiche energetiche degli Stati membri. I Libri verdi del 1996, del 2000 e del 2006, i Piani d’azione 2003-2007 e 2007-2013 e le Direttive 2001/77/CE e 2009/28/CE, sono solamente alcuni dei passaggi di un lungo processo di cambiamento che impone uno sforzo non indifferente alla Comunità europea. L’ultima delle citate Direttive, in particolare, impone al nostro Paese di raggiungere entro il 2020 una produzione energetica da fonti rinnovabili pari al 17% sulla produzione complessiva, che secondo il nuovo DM burden sharing equivale al 15,9% per la Regione siciliana.
La Sicilia, secondo le stime del Piano energetico ambientale regionale, è gravata da una pesante condizione di staticità a causa di un sistema di approvvigionamento fortemente legato alle fonti fossili. Dal Piano emerge, infatti, che la produzione di energia elettrica si attesta a circa venticinquemila gigawatt/ora, di cui il 95% da fonte termica (greggio e gas), il 3% da impianti idroelettrici e il 2% da fonti rinnovabili (per lo più eolico). Le otto centrali termoelettriche disseminate nel territorio isolano forniscono un contributo tale da creare un’elevata rigidità del sistema di approvvigionamento, che nei fatti rende difficoltosa ogni manovra di decarbonizzazione, se non affrontata dal basso e con strategie che tengano conto di politiche di contenimento dei consumi.
L’indice di pressione industriale è alimentata dai nove campi per l’estrazione di greggio di cui sei onshore e tre offshore, la cui attività di raffinazione si concentra esclusivamente nel territorio di Siracusa (Augusta, Priolo e Melilli), Caltanissetta (Gela), Ragusa e Messina (Milazzo), dove sono presenti cinque stabilimenti con capacità di conversione primaria pari a 40,9 Mtep/anno contro 100,2 Mtep/anno per l’Italia.
L’implementazione energetica da FER, se non accompagnata da manovre di risparmio, dal completamento della rete di distribuzione, da sistemi di smart grid, da meccanismi di accumulo (tutti aspetti già previsti dal PEARS, ma ad oggi rimasti sulla carta) nonché dalla progressiva riduzione della potenza delle otto centrali termoelettriche alimentate a petrolio e gas, difficilmente potrà dare luogo al processo di decarbonizzazione.
1 – Riordino dell’attuale normativa regionale di recepimento della Direttiva 2002/91/CE sull’efficienza energetica in edilizia. Tale riordino proporrà una nuova normativa che preveda il ripristino degli obblighi di fornitura di attestato di certificazione energetica in caso di compravendita e locazione degli immobili; la creazione di sanzioni per le parti che non dovessero ottemperare (costruttori, progettisti, direttori lavori, proprietari, tecnici comunali); l’istituzione dell’albo dei certificatori energetici degli edifici in sostituzione dell’attuale albo di preaccreditamento, indicando da quali ordini e collegi professionali vi si potrà accedere quale esperienza dovrà essere dimostrata; l’istituzione di un gruppo di ispettori regionali con competenze adeguate che in seno all’ufficio speciale dell’Energy Manager avvii una verifica delle certificazioni depositate in regione, applicando sanzioni pari alla parcella presunta, per le certificazioni energetiche che presentassero errori tali da essere fuorvianti (Epi calcolato errato per oltre il 30% in positivo o negativo); la revisione dell’attuale meccanismo di deposito degli attestati di certificazione energetica predisponendo un portale regionale al quale accedere per depositare i calcoli svolti e i documenti a supporto del calcolo, analogamente a quanto già fatto dalla Regione Lombardia. Solo a seguito del deposito il portale genererà l’attestato di certificazione energetica che potrà essere conse-gnato al cliente, in tal modo si avrà certezza che il deposito avverrà. Introduzione per il raffrescamento estivo di una scala energetica con classificazione da A a G in analogia a quanto fatto per il riscaldamento invernale dalla normativa nazionale.
Individuazione della formazione tecnica e delle competenze degli Energy Manager per poter essere nominati in enti pubblici e privati, considerando in ogni caso quali requisiti minimi quelli previsti per l’iscrizione all’albo dei certificatori energetici, al quale in ogni caso gli Energy Manager dovranno essere iscritti, obbligo per tutti gli Energy Manager di enti pubblici, ivi incluso l’energy manager della Regione Sicilia, di redarre entro 6 mesi dalla nomina, pena decadimento, una relazione riepilogativa del totale dei consumi di energia elettrica e gas dell’ente, con una ripartizione di consumi e di costi legati a consumi per ciascun contratto di fornitura di energia. Tale relazione dovrà essere resa pubblica attraverso l’integrale pubblicazione sul sito dell’ente, inclusi allegati. Gli Energy Manager di enti pubblici che nei 12 mesi successivi alla pubblicazione della relazione non otterranno risultati di contrazione dei consumi di energia per l’ente per cui lavoranodecadranno automaticamente senza necessità di specifico provvedimento dell’ente a meno che non siano in grado di dimostrare un legame dell’insuccesso con fattori esterni da essi indipendenti (ampliamento attività ente, fattori climatici, ecc.).
Revisione della normativa edilizia regionale con un riesame dei criteri di concessione di bonus di cubature per nuove costruzioni conseguenti particolari efficienze energetiche; l’introduzione di obbligo di rinnovabili per nuove costruzioni e per le costruzioni oggetto di ristrutturazioni rilevanti[2]; introduzione dell’obbligo di schermatura di tutte le superfici vetrate esposte a sud, est ed ovest, introduzione di percentuale massima di superficie vetrata rispetto al totale della superficie con uguale esposizione per le porzioni di involucro edilizio esposte a sud. Forte limitazione della possibilità di realizzare lucernai sovrastanti zone climatizzate.
2 – Introduzione dell’obbligo, per tutti i distributori di energia elettrica e gas, di inserire nelle bollette, oltre al consumo medio annuo dell’utente, come già accade, la media di consumi degli utenti della stessa città per immobili con stessa destinazione d’uso. In tal modo si con-sentirà agli utenti di avere una percezione dei propri consumi medi annui non in assoluto, ma rispetto alla media cittadina, evidenziando, a chi risulterà particolarmente energivoro, la situa-zione critica. Tale obbligo potrà avere grandi risultati in particolare sul settore del consumo e-lettrico, nel quale in consumi degli utenti sono legati alle dimensioni dell’alloggio in modo modesto.
3 – Realizzazione di studi di fattibilità di impianti di teleriscaldamento da realizzarsi a servizio di città (quale può essere Termini Imerese) che si trovano in prossimità di centrali termoelettri-che che hanno esubero di calore quale scarto di produzione di energia elettrica.
4 – Predisposizione di un tavolo tecnico con l’Autorità Energia Elettrica e Gas che motivi le modalità di formazione del prezzo del gas metano in Italia al fine di chiarire i divari tra zone temperate quale mediamente è la Sicilia e le zone meno temperate del Paese. Tale tavolo tecnico trova giustificazione nel fatto che nelle grandi città siciliane il gas metano ha un sovracosto dell’ordine del 20% rispetto alle zone del nord Italia nonostante l’approvvigionamento in Sicilia avvenga direttamente dall’Algeria, si desidera valutare se tali differenze di prezzo abbiano ragione di esistere alla luce delle attuali norme sul federalismo che riducono di fatto il mutuo soccorso economico tra le regioni.
5- Introduzione di un regolamento regionale che preveda per ogni provincia la costituzione di alcuni gruppi di tecnici, da scegliere tra le numerose risorse umane già a disposizione della regione, che eseguano verifiche sulle caldaie esistenti negli immobili privati, segnalando le inadempienze per mancata manutenzione periodica obbligatoria ad un organo regionale preposto ad erogare sanzioni. In tal modo si ridurranno le emissioni dovute al malfunzionamento di impianti di riscaldamento, che si ricordano essere la principale fonte di inquinamento delle città. Il mancato adempimento a tale regolamento produrrà sanzioni in capo ai dipendenti pubblici che verranno individuati in tale proposta come responsabili, che dovessero risultare inadempienti.
6- Recepimento del D.lgs. 387/2003 (cosí come modificato dal D.lgs. 28/2011) nonché aggiorna-mento del PEARS alla luce degli obiettivi burden sharing e completa attuazione delle misure in esso contenute.
7- Nuove royalties e maggiore partecipazione. Individuare nuove royalties a favore delle comunità locali per i grossi impianti nonché meccanismi di trasparenza, informazione diretta e partecipazione attiva (attraverso public inquiry) delle comunità in materia, di nuovi impianti da realizzare nei territori ad essi limitrofi.
8- Chiusura dell’anello energetico. Massima priorità alla chiusura dell’anello ad altissima tensione (punto già previsto dal PEARS, nonché dal PO FERS 2007-2013) che consentirà di avere una rete elettrica più efficiente, in grado di sopportare la connessione di tutti gli impianti da fonti rinnovabili attualmente progettati e non allacciabili per i limiti della rete elettrica attuale per il trasporto dell’energia.
9- Incentivare la creazione di comitati-cooperative di quartiere che istallino in parte con fondi propri ed in parte con approvvigionamento di capitali sul mercato impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che coprano una consistente quota di fabbisogno del quartiere, anche con riferimento all’illuminazione pubblica.
10- Creazione di tavoli tecnici per massimizzare lo sforzo regionale per la creazione in Sicilia di smartgrid, mediante convocazione degli operatori del settore, utilizzo degli immensi incentivi attualmente disponibili per l’implementazione di tali reti, capaci di gestire in modo intelligente i flussi di energia, ottimizzando il trasporto con una riduzione delle perdite di trasporto, mas-simizzando l’utilizzo e consumo immediato di energie da fonti rinnovabili con una riduzione dell’energia fornita dalle centrali a turbogas.
TURISMO
Il rilancio della Sicilia come nuovo polo di attrazione deve partire dal superamento della conce-zione statica del turista/visitatore per migrare verso quella di “viaggiatore”. Attualmente l’Isola vive prevalentemente di un turismo stagionale di tipo storico/museale e balneare, i cui picchi si registrano nel mese di aprile e nel periodo estivo.
Il primo passo per il rilancio del settore è, dunque, rileggere il turismo in chiave moderna e de-clinarlo alla luce delle rinnovate esigenze di coloro che vengono a visitare la nostra terra. Occorre acquisire e dare forma a quei principi che (già applicati in altri paesi dell’Europa) hanno rappresentato la chiave di volta per lo sviluppo del settore turistico. Tra questi, non possono trascurarsi il principio del turismo relazionale e del turismo sostenibile. La forza di entrambi sta nel coniugare l’economia del turismo con lo sviluppo e la promozione del territorio. Quest’ultimo inteso come il complesso degli elementi che attirano e (soprattutto) “trattengo-no” il viaggiatore: cultura, costume e natura. Tanto il turismo relazionale, quanto quello so-stenibile si fondano sul principio secondo cui il turista “moderno” manifesta interesse per la cultura e il paesaggio locale, nonché per gli usi e per i costumi.
Il turista è in cerca di un contatto con il territorio, ed in particolar modo con chi lo vive. Vuole relazionarsi con la popolazione. Vuole conoscerla e farne parte per tutto il periodo di perma-nenza. Alla base di questa nuova idea di turismo vi sono tre assiomi: 1) lo scambio relazionale, ovvero il rapporto diretto tra chi offre il servizio e chi ne gode; 2) la valorizzazione del patrimo-nio culturale, inteso nella sua accezione più ampia, 3) una efficiente gestione del “sistema ter-ritorio” ovvero una programmazione oculata della viabilità (carrabile, ciclabile e pedonale), dei trasporti pubblici e di ogni altro servizio di interesse generale che avvicini la città al cittadino.
Elemento chiave è dunque la trasversalità: il turismo non può essere rilanciato senza un’azione che muova sia da una ripresa del territorio che degli elementi legati alla tradizione.
1- Creazione di un programma pluriennale di azioni di valorizzazione delle peculiarità identitarie del territorio.
2- Creazione di una conferenza annuale degli enti comunali del comprensorio finalizzato alla verifica degli obbiettivi e dei risultati raggiunti in tema di promozione territoriale/locale con il coinvolgimento delle associazioni di categoria degli intessi diffusi nonché degli imprenditori locali impegnati nel campo del turismo.
3- Costituzione di assemblee cittadine tese alla sensibilizzazione ed informazione in merito alle azioni e alle buone pratiche finalizzate alla valorizzazione/promozione del territorio.
4- Incentivare i Comuni ad elaborare piani di attività culturali e di intrattenimento che vadano dalle mostre d’arte, a mostre che sfruttino una sola importante opera in esposizioni temporanee monotematiche facili da pubblicizzare a feste religiose e sagre improntate alle tipicità dei prodotti locali e culinari, festival incentrati su elementi folcloristici locali, agli spettacoli , festival teatrali coordinate su ampia scala in modo da offrire un cartellone regionale che copra tut-to l’anno il territorio.
5- Declinare il turismo alla luce della protezione ambientale: il turismo deve coniugarsi con il rispetto del territorio pertanto occorre, da un lato ripristinare le aree degradate al fine di restituirle allo stato originario e dall’altro accompagnare e monitorare tutte le realtà che operano nel settore verso obiettivi virtuosi e di sostenibilità.
Pertanto occorre: 1) avviare le procedure di demolizione delle opere abusive (ai sensi della L. 431/1985 e del D.lgs. 42/2004) che infesta-no i litorali e le zone di pregio dell’isola (cabine Mondello, hotel alla Scala dei Turchi, ecc.); 2) formare ed incentivare le aziende al fine di incanalarle verso le più avanzate tendenze ecoso-stenibili (Ecolabel, Emas, Green Key, ISO 14001); 3) incrementare le aree di raccolta dei rifiuti nelle zone di maggiore flusso turistico (attrezzare le spiagge con un maggior numero di cestini per i rifiuti, ecc.).
6- Aumentare l’accessibilità viaria attraverso: 1) migliori reti stradali e nuova cartellonistica;
2) migliori servizi e strutture ferroviarie regionali; 3) creazione di servizi navetta comunali a basso costo attivi nelle zone di villeggiatura.
7- Turismo naturale e sportivo: il successo riscosso dalle diverse forme di turismo legate alla frui-zione della natura è segno del mutamento dei paradigmi culturali della società moderna sem-pre più aperta ai temi della compatibilità ambientale e della sostenibilità dello sviluppo. Su questa linea occorre ultimare il progetto delle “ferrovie dimenticate” completando gli itinerari delle vecchie tratte ferroviarie le quali devono cedere il passo a percorsi per passeggiate a ca-vallo, mountain bike e trekking.
8- Accesso ai diversabili: formare le aziende al fine di sensibilizzarle sul tema dell’accessibilità delle strutture ricettive per i diversabili.
9- Migliorare il marketing pubblicitario servendosi soprattutto della rete: la ricerca Mediascope Europe di EIAA chiarisce che i turisti (allo stesso modo di molte altre categorie di consumatori) utilizzano internet quale principale bacino di informazioni. E’ quindi, prioritario rivitalizzare questo settore servendosi delle nuove tecnologie.
10- Sbloccare i concorsi di abilitazione per guida turistica.
11- Creare un programma scolastico che preveda nel territorio siciliano delle gite per ogni classe delle scuole elementari (all’interno della provincia di appartenenza) e medie (nelle altre provincie).
12- Abolire la tassa di soggiorno per i turisti siciliani.
13- Creare una diversificazione delle tariffe museali e dei servizi in base al tipo di turista (maggior costo per turisti stranieri, minore per gli italiani, minimo/gratuito per i siciliani).
14- Maggiore attenzione circa l’attuazione della legge Piano di sviluppo della nautica da diporto della Regione Siciliana del 2001.
15- Creazione della Fidelity Card per i diportisti, con sconti per voli aerei da e per le città siciliane e servizio navetta gratuito, previa richiesta.
16- Itinerari per il turismo crocieristico: alla luce del fluente flusso turistico crocieristico che insiste nelle città di Palermo e di Messina, creare un itinerario turistico delimitato da una red line a bordo marciapiede (da pubblicizzare sulle imbarcazioni), che percorra i punti salienti principali della città e che conduca i turisti lungo un tragitto storico culturale ed enogastronomico ben individuato ed arricchito eventualmente da iniziative ed eventi in sinergia tra loro, da godere e visitare coordinando anche gli orari di arrivo e partenza.
AGRICOLTURA
1- Blocco delle imposte e contributi e sospensione immediata delle cartelle esattoriali con successivo pagamento rateale senza interessi e lotta all’abusivismo nel settore produttivo-commerciale.
2- Minore pressione burocratica delle attività agricole e riduzione degli oneri fiscali e amministrativi.
3- Passaggio graduale all’agricoltura biologica, sinergica o in permacultura, disincentivando l’utilizzo di prodotti chimici e incentivando le produzioni che non ne fanno uso. Recupero delle varietà locali e incentivi per gli operatori che le adottano.
4- Incentivazione dell’allevamento basato su razze locali e sul rispetto degli animali.
5- Creazione di una rete di produttori, secondo forme associative e cooperative, che permettano di raggiungere una massa critica necessaria per competere in modo efficace sia nel mercato interno contro i distributori di prodotti non locali sia, se la produzione lo consente, in quello estero, puntando sulla qualità del prodotto; promozione della filiera corta e dell’acquisto a chilometro zero: dal produttore locale all’acquirente locale, in modo da ridurre i passaggi e i costi di trasporto così da mantenere basso il prezzo finale.
6- Soddisfare la domanda locale con le produzioni locali e destinare le eccedenze e le eccellenze al mercato estero supportando le aziende che esportano o che decidono di specializzarsi in tali mercati. Recupero delle colture dimenticate per la conquista dei mercati esteri.
7- Attivazione delle zone franche rurali e montane anche tenendo conto del modello francese delle Zones de Revitalisation Rurale. Rimboschimento delle montagne ove necessario e utilizzo delle stesse per finalità turistiche e ricreative, nel rispetto della natura.
8- Distruzione per incenerimento dei residui vegetali dovuti ad interventi colturali, interventi fitosanitari, di potatura, ripulitura o da altri interventi agricoli e forestali consentito esclusivamente nell’ambito dei terreni coltivati. E’ fatto obbligo che il materiale triturato e le ceneri siano reimpiegate nel ciclo colturale come sostanze concimanti o ammendanti tramite distribuzione e che devono essere, inoltre, rispettate le norme antincendi boschivi indicando le prescrizioni e le relative sanzioni in caso di inosservanza.
9- Costituzione di regolamenti del verde tesi a ricostituire un buon apporto di biodiversità e opportuni ripari per specie avicole e per fauna locale sui bordi dei campi a coltivazione intensiva.
10- Creare realtà imprenditoriali locali di lavorazione del sughero a ciclo sostenibile, cioè senza scarti ed incentivare campagne per il riciclo dei tappi da sughero, i quali verranno reimpiegati nell’industria dei coibentati: il risultato della triturazione del sughero, con l’aggiunta di colle naturali è la base per creare panelli per isolamenti termo-acustici.
11- Ripristino dei finanziamenti agricoli a tassi agevolati attualmente inesistenti.
12- Investire fortemente in una strategia di comunicazione utilizzando tutti i canali disponibili, per informare i cittadini e aiutarli a cambiare le loro abitudini d’acquisto dei prodotti agroali-mentari verso un modello più salutare ed economicamente valido unitamente ad un sistema di tracciabilità sicuro e certificato dall’amministrazione pubblica (per non gravare sul produttore) controllato dalle forze dell’ordine anche sotto il profilo della qualità fitosanitaria.
13- Creazione di un marchio DOC per i prodotti agricoli del territorio siciliano e sensibilizzazione del consumatore finale in tal senso con campagne di promozione a livello Nazionale ed Europeo utilizzando i fondi comunitari relativi.
14- Eliminazione dei premi per chi abbandona i terreni coltivati (es. ritiro dei seminativi per 20 anni, trasformazione di seminativi in pascoli permanenti) e incentivazione, invece, delle realtà contadine che mantengono in stato efficiente l’azienda e il territorio. Incentivi orientati alla produzione e alla tutela e conservazione del territorio tradizionale (agrumeti – vigneti- semina-tivi- ecc.).
15- Uso efficace, efficiente e non clientelare, dei fondi dei Programmi Operativi Regionali e di quelli relativi al Piano di Sviluppo Rurale, uso che deve dipendere dalle necessità degli operatori del settore e delle strategie di crescita di lungo termine dell’economia siciliane tali da realizzare l’indipendenza produttiva alimentare, l’autonomia del comparto dalla congiuntura dei mercati non locali e un reddito di lungo termine per tutti gli operatori.
16- Le associazioni Regionali dei Produttori Agricoli e Florovivaistici devono partecipare ai tavoli di programmazione presso l’Assessorato delle Risorse Agricole e su ogni disegno di legge regionale concernente il settore dell’agricoltura dovrà essere acquisito il parere di tali organizzazioni. Il parere pur non vincolante dovrà essere acquisito e diventerà parte integrante dei lavori.
17- Incentivare la nascita di mercatini agricoli a chilometro zero in ogni comune per garantire qualità e salubrità dei prodotti e risparmio delle famiglie. Per la tutela dei prodotti oltre al rispetto dei disciplinari previsti è fondamentale che vi sia una normativa che impedisca la realizzazione di impianti inquinanti e insalubri, inceneritori, centrali termoelettriche) e la chiusura graduale di quelle esistenti, nelle zone di produzione dei prodotti tipici.
18- Ristrutturazione degli organismi di controllo delle derrate alimentari al loro ingresso nel territorio siciliano ed attivare la tracciabilità e rintracciabilità di tutti i prodotti e dei loro derivati.
19- Incentivare la nascita di mense pubbliche e private con prodotti ecocompatibili e a chilometro zero, soprattutto per gli asili, le scuole, gli ospedali, enti pubblici e aziende. Promozione del consumo di prodotti siciliani nelle famiglie e nelle istituzioni (per es. mense scolastiche, ospedali, eccetera).
20- Avviare progetti, con la collaborazione di Regione e Comuni, per realizzare orti urbani in pieno campo o in serra, nelle scuole primarie e secondarie e nel territorio comunale e per la frui-zione della popolazione più anziane e dei disabili.
21- Riforma dell’Assessorato alle risorse agricole ed alimentari – sburocratizzazione e meritocrazia – carichi di lavoro ed incentivi al raggiungimento di obiettivi predefiniti – Formazione continua dei dirigenti e funzionari.
22- Presenza presso ASP provinciali di un tecnico diplomato o laureato in scienze agrarie o equi-valenti al fine di garantire la giusta professionalità sul controllo e ispezione per le attività di produzione primaria alimentare.
23- Prevedere da parte di ciascun Comune la presenza nella pianta organica della figura di un tecnico agrario (diplomato o laureato) e un numero congruo di operatori del verde per garantire la gestione ottimale delle zone a verde e dell’arredo urbano.
24- Obbligo di inserimento nei Piani Regolatori Generali di zone a verde urbano e benessere della collettività nei riguardi dei rumori e inquinamento da traffico per mezzo della realizzazione di barriere verdi anti rumore con assorbimento di smog.
25- Detassare tutti gli immobili strumentali all’attività agricola (magazzini, case di abitazione di residenza principale del coltivatore diretto e/o IAP).
26- Cambiare la legge del 1929 sulla trasformazione del latte d’asina (attualmente il produttore può vendere solo al minuto e non all’ingrosso).
27- Costituzione di Unità Operative specializzate nel settore florovivaistico utilizzando professionalità esistenti e immobili esistenti (presso SOAT o Condotte Agrarie) e quindi senza aggravio di costo per l’Amministrazione Regionale (attualmente tali professionalità formate in campo si stanno perdendo per l’utilizzo in altri settori non agricoli e mortificando il relativo personale).
28- Attivare dei progetti di specializzazione pratica di coltivazione florovivaistica, rivolte alle Scuole Agrarie e Universitarie da espletare presso le aziende del territorio. Tale formazione darà acquisizione di crediti per gli studenti che parteciperanno oltre ad interventi formativi presso scuole elementari con alcune ore di lezione settimanale che trattino cultura florovivai-stica e risanamento ambientale. I corsi saranno tenuti da insegnanti delle stesse scuole all’uopo formati sulle materie florovivaistiche con esami finali.
29- Elaborare dei Piani sul trasporto per diminuire le distanze che separano le produzioni siciliane dai mercati del centro Europa o comunque del consumatore finale. Utilizzare tutte le risorse per lo stato di Insularità.
30- Riforma e riorganizzazione dei Consorzi di Bonifica e adeguamento del costo dell’acqua all’andamento del mercato utilizzando le economie risultanti da un ottimizzazione della rete, la riduzione della spesa corrente, l’adeguamento di incarichi e relative indennità.
31- Istituire un centro di ricerche interuniversitario per lo studio di nuove varietà vegetali. Utilizzando professionalità esistenti e/o a tal uopo formate e avvalendosi delle tecnologie presenti nelle Scuole Agrarie o nell’Università, il centro si occuperà di ricercare novità varietali per terri-torio di interesse e per zone vocate: agrumi, vigneti, floricoltura, seminativi e di individuare le colture più adatte o più remunerative
TECNOLOGIE
L’innovazione digitale ha colpito anche la PA la quale ha riconosciuto i vantaggi ad essa connessa. Dall’elaborazione dei testi, ai fogli di calcolo al web, ogni singolo compito viene svolto mediante programmi informatici. La corsa all’armamento informatico viene fatta spesso in modo sconsiderato e in balia delle grandi major e dei relativi oligopoli. Vengono di continuo acquistati – con denaro pubblico – sistemi operativi e applicativi a scatola chiusa, spesso del tutto sovradimensionati per gli utilizzi reali. Si realizzano, in questo modo, rapporti di dipendenza verso oligopoli che, difficilmente, si potranno rompere in futuro senza perdere tutto o anche parte dei benefici ottenuti.
L’espressione “software libero” si riferisce alla libertà dell’utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software grazie alla possibilità di conoscere il codice sor-gente . Affinché un software possa definirsi davvero “libero” è necessario che sia in grado di garantire quattro libertà fondamentali: 1) libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo; 2) libertà di studiare e modificare il programma in base alle esigenze; 3) libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo; 4) libertà di migliorare il programma e distribuirne pub-blicamente i miglioramenti.
Utilizzando un sistema basato su applicativi liberi si riesce ad abbattere notevolmente la spesa legata all’approvvigionamento informatico nelle Pubbliche Amministrazioni. In questo scenario non solo aumenta la competitività, ma si creano i presupposti per la nascita di attività locali nel settore software, che fino a qualche anno fa erano solo appannaggio delle grandi multinazionali del software proprietario.
Il software libero grazie alle sue licenze e alla possibilità di combinarsi può interagire con altro software libero, permettendo così di allestire agevolmente intere infrastrutture informatiche abbattendo drasticamente i costi delle Pubbliche Amministrazioni.
I grandi marchi dell’informatica tendono a sviluppare software che producono dati secondo formati chiusi difficilmente leggibili da altre applicazioni, ciò espone gli stessi all’obsolescenza informatica. La condivisione delle informazioni riveste un ruolo principale nelle moderne Pub-bliche Amministrazioni, ma per parlare di ciò bisogna prima parlare di standard. Grazie agli standard gli utenti di sistemi e piattaforme possono condividere il proprio lavoro, avendo la garanzia che sarà sempre così.
Altro aspetto centrale è l’obsolescenza dell’hardware. Si dismettono computer perfettamente funzionanti solo perché l’ultimo programma di turno sfoggia una grafica da videogame, ag-giungendo funzioni tanto inutili quanto onerose in termini di calcolo. I nostri elaboratori, nel più dei casi, calcolano le stesse cose che calcolava 10 anni fa, ma le attuali interfacce grafiche dimezzano le prestazioni del nostro hardware. Anche qui il software libero può offrire un van-taggio grazie alla propensione alla scalabilità dei sistemi operativi e degli applicativi.
1- Promozione e divulgazione concetti base del software libero.
2- Costituzione di un Osservatorio Informatico per il software libero, ovvero un portale internet che sia di supporto alle Pubbliche Amministrazioni e ai privati nella scelta del loro software libero.
3- Definizione di centri di recupero e ripristino vecchio hardware per il successivo ricondizionamento. Questi centri dovranno poter servire più di una Pubblica Amministrazione.
4- Implementazione della dottrina open government e open data: la Pubblica Amministrazione deve agire con la massima trasparenza. Chiunque dovrà essere in grado di capire che fine fanno i fondi pubblici e a cosa sono destinati. Quindi si propone la creazione di un protocollo standard per rendere subito e universalmente fruibili questi dati.
5- Censimento di tutti gli applicativi e sistemi operativi proprietari utilizzati dalla Regione.
6- Creare i presupposti, nei casi in cui possibile, per il telelavoro. Per telelavoro si intende la possibilità di lavorare dalla propria abitazione, costantemente in contatto con l’ ufficio d’appar-tenenza. I vantaggi sono immediatamente intuibili: risparmio per la Regione, risparmio e più tempo per il lavoratore, meno inquinamento dovuto ai trasporti.
7- Eliminazione del digital divide: nei limiti e nel rispetto delle precauzioni in materia di effetti delle onde elettromagnetiche sull’uomo così come risultanti dalle ultime ricerche scientifiche, garantire il diritto di accesso alla rete per tutti i cittadini, attraverso infrastrutture localizzate in diversi punti delle città.
8- Trasparenza dell’Assemblea Regionale Siciliana in rete. Ristrutturare il sito ARS alla luce dell’esigenza di un maggiore controllo dei cittadini: 1) sull’operato dei deputati; 2) nonché sul bilancio regionale, in modo da rendere partecipi gli utenti della contabilità pubblica attraverso un sistema completo di monitoraggio dello stato dei conti.
9- Implementazione di canali informativi all’interno dei siti istituzionali, con particolare attenzione alla diffusione di tutti i bandi regionali, spesso poco visibili in rete.
TRASPORTI
La Sicilia, nonostante il diverso sentire comune, ha un’ottima rete di trasporti, costituita da ben tre aeroporti internazionali, una rete autostradale estremamente estesa in relazione alla popolazione, un diffuso trasporto su gomma ed una capillare rete ferroviaria che però ha un utilizzo limitato agli assi principali. Il problema di tale sistema è che non è un sistema: non si è mai provveduto, se non in minima parte, a creare una interconnessione tra le varie possibilità di trasporto per ridurre duplicazioni di tratte ed orari.
1- Predisposizione di un piano regionale dei trasporti che avvii innanzitutto un coordinamento tra sistemi di trasporto, integrando orari e luoghi di interscambio, al fine di ottimizzare la semplicità di spostamento di siciliani e turisti all’interno dell’isola. Questo piano strategico dei trasporti però dovrà accogliere le esigenze di chi più di frequente è costretto a spostarsi, paraliz-zando spesso i principali assi viari regionali. La finalità ultima sarà quella di ridurre la necessità di utilizzo dell’automobile,
2- Creazione di un grande portale web regionale trasporti dal quale chiunque potrà scoprire i mezzi disponibili per andare da un punto all’altro di una città o da una città all’altra della Sicilia, onerando gli operatori di servizi pubblici e privati di trasporti comunali, provinciali e regionali (prevedendo sanzioni economiche in caso di mancato ottemperamento) di comunicare tratte, percorsi ed orari, nonchè variazioni successive delle stesse.
3- Istituzione di nuove autolinee e collegamenti: considerato il blocco delle istituzioni di nuovi collegamenti (fermi al 1997), e che da allora sono nate nuove esigenze legate alla pubblica utilità, sia in termini di spostamenti legati alla pendolarità giornaliera (professionale, studentesca e/o di accesso a strutture sanitarie ecc), e sia in termini turistici; avviare una immediata riapertura dei termini di presentazione delle istanze tendenti alla istituzione di nuove autolinee e collegamenti da assegnarsi senza copertura di costi pubblici e con il criterio della tariffa piu’ conveniente al cittadino.
4- Istituzione di una commissione con lo scopo di avviare delle iniziative legali, azioni di responsabilità , nei confronti di tutti gli amministratori e dirigenti delle società pubbliche, in carica negli ultimi 10 anni, al fine di addebitare le eventuali responsabilità riconducibili a mala gestio, e causa delle perdite di bilancio e patrimonialita’.
5- Azzeramento di tutti i Consigli di amministrazione riconducibili a societa’ di proprieta’ regionale, con momentanea nomina di Amministratori unici da reclutarsi con evidenza meritocratica, e con il supporto delle organizzazioni sindacali aziendali, anche tra le professionalita’ presenti negli organici aziendali.
6- Avvio di tutte le iniziative burocratico/legislative atte ad avviare le procedure di gara, ad evidenza europea, al fine di concedere a societa’ e/o consorzi fra esse , la gestione con l’istituto dell’AFFITTO DI AZIENDA, delle imprese di proprieta’ regionale , garantendo alle stesse analoghi corrispettivi standard assicurati all’impresa privata.
7- Le iniziative dei punti 5) e 6), imprescindibili per le imprese di proprieta’ regionale, servano da indirizzo per le imprese pubbliche di proprieta’ comunale.
8- L’applicazione di tutte le clausole contenute nei contratti di servizio che oggi regolano il rapporto tra Regione e aziende di trasporto in termini di: 1) qualità del servizio; 2) Carta dei diritti del passeggero; 3) forma e modalità di reclamo eccetera.
9- Sostituzione graduale degli autobus in servizio nelle città metropolitane, cambiando il tipo di alimentazione dal tradizionale diesel a quello elettrico, prevedendo nel contempo nei principali siti di sosta punti di accesso/ricarica, alimentati da fonti rinnovabili, da usufruirsi anche per la mobilità privata (noleggio autovetture elettriche e bicicletta a pedalata assistita).
10- Revisione del contratto di servizio stipulato con Trenitalia in materia di trasporto pubblico locale, dando voce ai numerosi comitati pendolari spontanei nati per contestare il comportamento monopolista, causa di disservizi, ritardi e soppressioni.
11- Studio sulla situazione dell’aeroporto di Comiso ed eventuale apertura, incentivando in loco l’operatività’ delle compagnie aeree low-cost, per quanto attiene il trasporto passeggeri, ricercando e preferendo le compagnie che possano offrire il trasporto merci deteriorabili (vani a temperatura controllata), in modo da offrire un volano di sviluppo a tutte le imprese agricole presenti nel territorio ragusano e/o limitrofo, che avrebbero la possibilità di avvicinare i propri prodotti a tutti i mercati nazionali ed europei.
12- Revisione i contratti di servizio stipulati con le compagnie aeree e di navigazione per la copertura delle tratte di collegamento con le isole minori, evitando sperperi di risorse, e garan-tendo nel contempo il diritto alla mobilità sia dei residenti che il trasporto turistico e merci.
13- Trasporto gratuito delle biciclette sui treni regionali.
14- Aree per il noleggio di biciclette tradizionali ed elettriche: accanto alla rete di trasporto pubblico, creare – soprattutto nei centri urbani delle città metropolitane e possibilmente in prossimità dei parcheggi – aree per il noleggio di biciclette tradizionali e a pedalata assistita ricari-cabili attraverso impianti alimentati da fonti rinnovabili istallati nelle pertinenze.
ECONOMIA
Occorre mirare ad una politica di piena occupazione. In economia non è impossibile raggiungere alti livelli di occupazione, considerando che è certamente una delle finalità di ogni comu-nità nel rispetto dell’essere umano. Politica di piena occupazione non vuole dire occupare tutti nel settore pubblico bensì che la Regione incentivi l’occupazione nelle sue varie forme.
1- Riduzione dei costi della macchina amministrativa: le risorse sprecate dall’inefficiente macchina regionale devono essere usate per rilanciare l’economia siciliana.
2- Adeguamento dell’organico: l’organico deve essere rapportato alle reali necessità. È indispensabile instaurare un sistema premiante a tutti i livelli basato sul merito, secondo il quale diri-genti e funzionari di maggiore livello che si dimostrano incapaci di realizzare i programmi poli-tici siano rimossi per essere sostituiti da soggetti capaci.
3- Finalità del lavoro pubblico: il lavoro pubblico deve essere finalizzato alla risoluzione dei problemi collettivi ed essere retto dai principi di efficacia ed efficienza.
4- Partecipazione: tutte le decisioni devono essere prese seguendo criteri di partecipazione diretta della cittadinanza interessata, a partire dalla pianificazione strategica pluriennale relativa ai piani di lungo termine per un periodo che va oltre la durata del governo regionale, fino alla programmazione strategica che invece riguarda le modalità di attuazione di tali piani da parte del governo regionale.
5- Riforma delle società controllate e partecipate dalla Regione: è fondamentale il principio di responsabilità, a livello politico e manageriale, dei risultati delle aziende pubbliche che erogano servizi pubblici, in termini di efficacia, efficienza, qualità dei servizi determinati tramite indici riconosciuti a livello internazionale, processi di feedback attivo, chiarezza e correttezza dei bilanci. Non si devono più effettuare assunzioni politiche bensì solo per necessità di organico in relazione ai servizi dei quali i cittadini hanno bisogno.
6- Semplificazione burocratica: nel rispetto del bene collettivo, la pubblica amministrazione deve facilitare, non ostacolare o penalizzare, l’attività privata.
7- Utilizzo efficiente dei fondi nazionali e comunitari: costituire una task-force attraverso il reclutamento dei funzionari maggiormente preparati e formati nel campo dei finanziamenti comunitari, che renda conto direttamente all’Assemblea Regionale e non alla Giunta. La task-force, integrata da incaricati delle rappresentanze tecniche di categoria nonché dalle associazioni rappresentative degli interessi diffusi (con funzioni propositive e senza potere di veto), pubblicherà periodicamente il risultato della propria attività in rete in un’area del sito istituzio-nale della Regione. Dettagliando sui rapporti con i singoli assessorati e indicando i nomi dei funzionari responsabili. La task-force sarà l’interlocutrice unica degli imprenditori interessati ai progetti da sottoporre a finanziamento comunitario.
8- Sviluppo economico locale: tramite la realizzazione dei punti precedenti e tramite la concessione di prestiti di microcredito a tasso agevolato per lo sviluppo dell’imprenditoria privata.
9- Incentivare l’economia reale per aumentare l’occupazione nel settore dell’artigianato: settore da rilanciare per mantenere e creare posti di lavoro con produzione rivolta sia per il mercato interno siciliano che per quello nazionale ed estero grazie allo sviluppo dell’e-commerce secondo i sistemi e le metodologie più moderne e la creazione di una rete di artigiani grazie ad un apposito ente di sviluppo dell’artigianato.
10- Supporto alle piccole e medie imprese: incentivi per le imprese locali che assumono nuovi dipendenti a tempo indeterminato e per attirare PMI estere (che devono investire una buona parte degli utili nel territorio) anche grazie alle ZFU (zone franche urbane) esistenti in Sicilia. Ridurre il carico fiscale rideterminandolo anche in funzione dei livelli di occupazione. Facilitare l’accesso al credito.
11- Riconvertire la domanda e l’offerta in modo da creare lavoro: la domanda interna deve essere soprattutto soddisfatta dalla produzione interna. Quella non soddisfatta dalla produzione interna deve essere coperta con beni italiani e, se esteri, con beni appartenenti per quanto possibile ai prodotti del mercato equo e solidale, con qualità controllata da enti non-profit, non-governativi internazionali a partecipazione italiana.
12- Attrarre gli investimenti esteri che portano ricchezza reale: le aziende estere che investono in modo reale e duraturo una quota significativa degli utili sul territorio devono godere di mecca-nismi di incentivo quali riduzioni del carico fiscale.
13- Realizzare alternative alla grande distribuzione organizzata: creare una filiera siciliana della qualità (anche attraverso l’impiego di un marchio di qualità siciliano che sia riconosciuto in tut-to il mondo) che consideri la produzione e la distribuzione basati sul biologico controllato e sull’acquisto razionale.
14- Sviluppare gli strumenti della cooperazione locale in tutte le fasi: produzione, acquisto, gestione dei rifiuti. L’associazionismo, il cooperativismo, il confederalismo e il federalismo, non sono strumenti per creare profitto privato bensì per creare svliluppo locale. Esempi positivi da sviluppare sono i mercati del contadino (o mercati del produttore), i GAS (gruppi di acquisto solidale), i GAC (gruppi di acquisto collettivo) e in generale qualunque forma di acquisto di gruppo che permetta di ridurre la distanza fra produttore e consumatore; allo stesso modo è necessario sviluppare cultura e strumenti cooperativi fra i produttori.
15- Usare indicatori alternativi al PIL: esempi sono l’HPI (happy planet index), il PIL Verde e il FIL, (felicità interna lorda). Il PIL, giusto per fare un esempio, prevede un aumento di ricchezza an-che con la produzione e vendita di armi, la produzione e vendita di medicine, rimanere bloccati nel traffico (si consuma più benzina) altri indicatori no. Questo passaggio è tra l’altro in linea con quanto sta facendo l’ISTAT col progetto BES (benessere equo sostenibile).
16- Favorire il rientro dei cervelli: i cervelli esportati rappresentano una delle voci più apprezzate del made in Sicily: come invertire il trend? La Regione Siciliana potrebbe vendere la partecipazione che detiene in Unicredit e destinare queste risorse ad attività di ricerca pura ed applicata con sede in Sicilia. Il capitale verrebbe affidato ad un trust che avrebbe il compito di individuare un comitato scientifico di livello internazionale che indichi alcuni settori in cui indirizzare attività di ricerca, approntare le strutture e mettere a contratto a tempo determinato ricercatori siciliani/italiani selezionati solo in base a criteri meritocratici, i quali avrebbero un medio periodo per pubblicare articoli scientifici di livello oppure per proporre brevetti.